domenica 3 luglio 2011

La Bra-mbilla e la fattoria degli animali

Il ministro Brambilla si pone come alfiere della lotta contro lo sfruttamento e il maltrattamento degli animali promuovendo un (chiamiamolo) progetto dal nome molto ispirante "La coscienza degli animali". Attraverso il quale giustamente i partecipanti vogliono esprimere il loro dissenso verso quelle pratiche che fanno della maggior parte degli animali delle vittime sacrificali a causa delle nostre abitudini: va bene abilore la caccia, i circhi e gli zoo ma non sarebbe meglio porre l'attenzione sui trattamenti che gli animali da macellano subiscono prima di arrivare sulle nostre tavole? Piuttosto che fare tenerezza giocando con una tigre o con un cavallo, che vive molto meglio di tanti disoccupati, non sarebbe meglio che la Brambilla alzasse la voce contro gli allevamenti intensivi di polli o i circuiti ippici? Perché credo sia molto più facile appropriarsi la simpatia del pubblico parlando di gattini e cagnolini o tigrotti (comunque giocare con una tigre vuol dire che questa non era in mezzo alla giungla) che denunciare i modi e i luoghi  da dove tutta la carne che mangiamo (e che mangiano) quali sono, ovvero strutture tutt'altro che costruite "intorno" agli animali, posti dove la morte rappresenta una via d'uscita più che una triste conseguenza. Non basta denunciare in mondo-visione il Palio, cosa che non condivido, non sono i senesi che sbagliano, siamo noi che sbagliamo a non voler vedere cosa realmente succede agli animali che ci danno sostentamento o che ci "vestono". Un consiglio: gli specchi per le allodole sono ormai banali, serve verità, nuda, cruda, e non basta farla vedere ai pochi partecipanti al movimento, tutti devono sapere. 
Se gli animali hanno una coscienza sarebbe meglio rispettarla.

Consiglio Cinefilo: Earthlings, se non diventere vegetariani almeno saprete da dove vengono le carni.

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